In questi 50 anni di sacerdozio e 20 anni di episcopato, cioè prima come sacerdote e poi come vescovo, una delle preoccupazioni principali è stata la preoccupazione educativa. Quella di educare i giovani ai valori cristiani e quello di impegnarsi per valorizzare le scuole , per valorizzare tutto quello che riguarda il campo dell’educazione. Infatti, per molti anni sono stato responsabile anche della scuola cattolica, dell’educazione, dell’università. Fra l’altro sono stato anche a Sarajevo a visitare le scuole cattoliche per l’Europa che sono state coordinate dal Monsignore Pero Sudar. Una esperienza molto, bella molto significativa anche per me.
Rispetto al Santuario delle martiri della Drina, quale è la sua idea di quella che potrebbe essere un punto di attrazione per un turismo del pellegrinaggio? Ma certamente bisogna anzi tutto far conoscere queste martiri, già vengono tanti pellegrini qui in Bosnia ed Erzegovina per quanto riguarda Međugorje. Si potrebbe ampliare questo parlando magari con i vescovi facendo conoscere queste martiri che sono importanti anche come l’esempio per i giovani.
Viviamo nella società che ha molte ingiustizie e molti problemi . Quali secondo lei dovrebbero essere i primi punti di azione della Chiesa? Uno dei punti più importanti su cui la Chiesa deve lavorare è quello di lavorare per la pace, la pace che presuppone la giustizia, che presuppone la libertà, che presuppone la verità. Come diceva papa Giovanni XXIII nella Pacem interris (La pace in Terra). Quindi l’impegno per la pace come l’impegno globale. E’ dell’impegno della pace fa anche parte l’impegno della custodia del creato per risolvere il problema della fame nel mondo e attraverso un’opera che punti sullo sviluppo ordinato su uno sviluppo integrale come vuole papa Francesco.
Noi siamo particolarmente contenti che lei sia qui oggi, vorremmo poter contare su di lei per poter sviluppare collaborare con la chiesa di Goražde? Sono molto contento anch’io, sono stato diverse volte in Bosnia ed Erzegovina con l’associazione Lama che accoglie tanti ragazzi degli orfanotrofi in Sicilia. Ci auguriamo anche grazie all’università che tra la Sicilia e la Bosnia Erzegovina si possa realizzare un ponte importante di solidarietà. Grazie
Tags: Michele Pennisi, Università Internazionale di Gorazde, Bosnia Erzegovina, Gorazde, Dipartimento di Studi Europei Jean Monnet